Ti Presentiamo Coach Branca, Runner e PluriMaratoneta

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Mi chiamo Mirko Branca e ho 36 anni.

Sin da giovane ho avuto una passione per lo sport, praticando diverse discipline che spaziavano dal Karate al Calcio, che ho continuato fino al termine dell’Università. Dopo le mie esperienze lavorative all’estero (in Polonia e in Bulgaria) e rientrato nella mia amata Sardegna per lavoro, ho scoperto nel Running un modo per gestire lo stress derivante dal lavoro e trovare qualche ora con me stesso. Quello che all’inizio era una semplice terapia è diventato presto una parte fondamentale della mia vita.

Passo dopo passo, mi sono innamorato sempre di più di questo sport, impegnandomi nello studio e ponendomi obiettivi sempre più ambiziosi. Ad oggi, ho completato sei Maratone, di cui tre in meno di tre ore, e ho affrontato con successo un Ironman 70.3, oltre a numerose altre gare di Triathlon e di Corsa.

Per me, lo sport di endurance rappresenta un equilibrio vitale. Il mio obiettivo è quello di condividere questa passione con il maggior numero possibile di persone, dimostrando che raggiungere traguardi significativi non è impossibile e non richiede di sacrificare tutto. Io credo fermamente che la chiave del successo risieda nella costanza e in una programmazione equilibrata della vita.

Come coach di runner, mi impegno a guidare e ispirare gli altri verso il raggiungimento dei propri obiettivi, fornendo supporto, motivazione e una pianificazione personalizzata che consenta loro di superare le proprie sfide e di scoprire il piacere e la soddisfazione nello sport di endurance.

Le Mie Maratone: Viaggi nel Cuore e nella Mente:
C’è qualcosa di straordinario nel raccontare una maratona come un viaggio. Ogni corsa è un’avventura unica, un percorso di sfide, emozioni e conquiste che mi trasforma ogni volta. Ecco le mie avventure:

  1. La mia prima maratona: New York, un sogno che diventa realtà

La mia avventura più iconica è nata per festeggiare i miei 30 anni. Io e il mio migliore amico Davide ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto: “Facciamo la Maratona di New York?”. Alle spalle avevamo solo qualche trail e due mezze maratone, ma l’idea ci entusiasmava troppo per rinunciare.

La preparazione è stata un viaggio a sé. I primi lunghi allenamenti, la fatica che si faceva sentire, ma l’entusiasmo era troppo grande e mi spingeva a superare ogni difficoltà. E poi, finalmente, la magia della Grande Mela: il ritiro del pettorale, la partenza da Staten Island, la festa che si snodava per tutta la città. Un’esperienza incredibile. Battevo il cinque a ogni bambino, e ai cartelli con la scritta “Power”, ridevo, cantavo e ballavo per i primi 25 km. Poi mi sono concentrato, ho sofferto, ma non troppo. Ho concluso la mia prima maratona in 3 ore e 17 minuti. Ho superato me stesso e ho iniziato a pensare di non avere limiti.

  1. Berlino, il ritorno alle gare dopo il Covid

Il 2020 è stato un anno difficile. Con l’arrivo del Covid, tutte le gare sono state sospese. Nel frattempo, ho iniziato a praticare il triathlon, ma nel 2021 io e Davide ci siamo guardati di nuovo e abbiamo deciso: “Andiamo a fare la Maratona di Berlino?”. Questa volta, con noi c’era anche Irene, il mio grande amore.

L’allenamento estivo in Sardegna è stato duro, ma sono arrivato in forma, con meno chili e una testa diversa. Sono partito a razzo (tutto quello che non bisogna fare), e al 30esimo chilometro ero in proiezione per 2:50:00 (che gran cazzata). Al 32esimo, le gambe si sono bloccate. Da lì in poi, mi sono trascinato, lottando contro me stesso. Irene sbucava ad ogni angolo, seguendomi e incitandomi. Era la sua prima maratona, e il suo entusiasmo mi ha trascinato. Ho tagliato il traguardo in 3:06, migliorando di 11 minuti, ma è stata una gran fatica.

  1. Firenze, la maratona italiana

Nel 2021, ho deciso di onorare il Bel Paese correndo la mia prima maratona italiana a Firenze, a fine novembre. Mi sono allenato bene e sono arrivato con un unico obiettivo: abbattere il muro delle 3 ore. Al mio fianco c’era Irene, come sempre, e il mio compagno di allenamento Paolo con il quale abbiamo gareggiato insieme. Mi ha seguito e frenato per 30 km, mi ha fatto ragionare e non mi ha permesso di bruciarmi. Al 32esimo chilometro, ci siamo salutati e sono partito più veloce che mai, scendendo sotto i 4 minuti al chilometro. Ho chiuso in 2 ore e 58 minuti. Missione compiuta.

  1. Praga, una sfida contro il dolore

Nel 2022, ho individuato una maratona primaverile a Praga. Era l’occasione per rivedere il mio caro compagno di studi, trasferitosi lì da 10 anni. Mi sono allenato, ero in formissima, puntavo a 2 ore e 50 minuti. Due settimane prima della gara, però, ho sentito un dolore alla gamba durante delle ripetute. Il fisioterapista ha tentato il miracolo, ma gli allenamenti sono stati interrotti. Nonostante ciò, sono partito. Irene al mio fianco, ho sentito la gamba dolere già dopo 5 km. Al 15esimo, il dolore era insopportabile, ma non ho mollato. Mi sono trascinato, con ogni passo che peggiorava la situazione. Ho chiuso in 3:01, la gara più sofferta della mia vita, ma con una soddisfazione immensa. Al rientro in Italia, gli esami hanno rivelato uno strappo di 25 mm.

  1. Valencia, una sfida ai miei limiti

Le sfide hanno iniziato a piacermi. Ero già iscritto alla maratona di Valencia dello stesso anno, ma dovevo recuperare dall’infortunio. Ho iniziato ad allenarmi seriamente solo a settembre inoltrato, dopo una ricaduta. Gli allenamenti sono andati bene, ma avevo poco volume. Ho deciso di rischiare, mantenendo un passo costante. Tutto è filato liscio, e ho tagliato il traguardo con un nuovo personal best: 2:56:02 (maledetti 2 secondi). Irene, neanche a dirlo, era lì con me.

  1. Milano, una maratona per la beneficenza

La mia vita si è incrociata con Rebo ed Edel, e ho deciso di dare un senso alle mie corse, di far provare ad altri queste esperienze, questi viaggi. Insieme alla community, abbiamo creato un movimento legato alla beneficenza, con il progetto “Sport senza Frontiere”. La città prescelta era Milano.

Mi sono tuffato a capofitto con loro, sembrava di conoscerli da una vita. Capitano di 10 staffette, ho corso l’intera maratona. Non ero in formissima, il peso non era dalla mia parte (Irene in hotel mi diceva che ero bellissimo, ma questo è amore). Sono partito per tentare il personale, ma le gambe hanno ceduto al 32esimo chilometro. Ho avuto scosse e crampi, ma con l’esperienza (almeno così pensavo) sono riuscito a resistere e ho chiuso in 2 ore, 59 minuti e 45 secondi. La mia terza maratona sotto le 3 ore, un altro tassello in questa fantastica avventura.
Per ultimo, ma non in ordine di importanza, sono stato premiato come il terzo runner ad aver raccolto più fondi in assoluto per beneficienza, un grande orgoglio e lavoro al servizio del prossimo.

Adesso sono qua, al tuo servizio, per contagiarti questa passione e portarti al tuo prossimo livello di sviluppo personale e fisico, in sicurezza e senza stravolgere la tua vita.

A presto,
Mirko Branca

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